Spencer Izard, Research Director presso PAC (Pierre Audoin Consultants) di Londra, ha approfondito in un recente blog post l’argomento relativo alla “fiducia digitale” e all’importanza che questa ha assunto ulteriormente per le imprese durante la pandemia.
Secondo Spencer Izard, la definizione più semplice che si possa dare di “fiducia digitale” è quella di fiducia della comunità nelle capacità di una impresa di proteggere i dati relativi ad essa. E così come già per altri modelli di fiducia sociale, la fiducia digitale è difficile da guadagnare ma molto facile da perdere, rischiando persino che si precipiti in una sfiducia digitale.
Le aziende, continua Izard, subirebbero crescenti pressioni a che forniscano su larga base le esperienze digitali dei clienti. La fretta farebbe sì che la protezione dei dati e la sicurezza informatica vengano spesso trascurate. Inoltre la crisi derivante da Covid-19 avrebbe ulteriormente aggravato questo fenomeno. Eppure la protezione di dati personali è riconosciuta da vari governi del mondo come fondamentale diritto dell’uomo, il che evidenzia l’importanza della fiducia nei servizi digitali per le interazioni sia con i consumatori sia con altre aziende.
Allo stesso tempo, i problemi gravi e ricorrenti relativi ai dati, come attacchi alla sicurezza informatica, controlli indebiti o illegali, abusi di dati personali, diffusione di notizie false e informazioni errate, algoritmi prevenuti o mancanza di trasparenza digitale, porteranno a una crescente sfiducia verso l’ambito digitale. Ciascuno di questi singoli punti può colpire un’azienda in forma di danni all’immagine, perdita di clienti o sanzioni amministrative.
Oggigiorno ci si aspetta che le aziende difendano i dati, siano oneste e affidabili, sostengano la trasparenza e siano attendibili nelle interazioni con il pubblico, preservando la riservatezza, la tracciabilità e l’integrità dei dati. Non occorre tuttavia perorare e attuare questi ciclopici principi esclusivamente con forze proprie; ad esempio, sempre secondo Izard, i servizi basati sul cloud avrebbero sensibilmente democratizzato l’accesso a mezzi efficienti che permettono di condurre, integrare e automatizzare le comunicazioni con clienti e altre aziende. Si tratta semplicemente di trovare un partner adatto, con sufficiente esperienza nell’ambito del delivery e un service management continuativo.
Un partner come Retarus, ad esempio. Maggiori informazioni sul perché il cliente può rivolgere la propria fiducia digitale a Retarus sono contenute nel webinar “Trust in the Digital World – Combining Performance and Data Protection in Enterprise Messaging” e sul nostro sito Web.